mio figlio è un aquilone
legato ad un filo sottile, non per tenerlo
perché si disegni nel cielo la traccia d'argento del suo passaggio
mio figlio è un girasole, la testa pesante e gialla
mio figlio è un'acconciatura bizzarra
una qualsiasi, tutte, ciascuna che passa per strada
mio figlio è una cena rumorosa, amici che fanno da spalla uno all'altro nel gioco
mio figlio è la scala di casa che ancora fischietta, risale, è il suo ciao che lo annuncia
mio figlio è due cani che giocano, i muscoli saldi e gli occhi più buoni del mondo
è la Vale mio figlio, che come lui urta tutto e poi ride
mio figlio è Barcellona, cammina regale mio figlio vestito di stracci
mio figlio è quattro passi su e giù per la rambla, la luce più allegra ma anche la vita di notte feroce per strada - è il caos che diventa arte
mio figlio è le colonne di Parco Guell, tasselli di genio e di sogno e di poesia, ceramiche variopinte
la città distesa ai suoi piedi - è l'eco della musica sotto le volte
mio figlio è una stella gemella
per questo che intanto che è andato è restato
ha promesso mio figlio
[Mari - Una canzone per Castor]