12/04/10

disegni per una canzone



Libreria Trame - Bologna - Sabato 16 gennaio 2010:
Evento multimediale con contributi video di Folco Amoretti - installazione sonora di Mary Corradi - reading di Alice Keller

Lo spazio di Nico Riccò è densamente rappresentativo. Un luogo di espressione, di appartenenza e di condivisione. Un luogo inciso, tatuato, disseminato di tracce interiori e di figure fantastiche, arcane e suggestive.
Gli allestimenti grafici che accompagnano la presentazione del libro “Una canzone per Castor”, di cui Nicola è illustratore, sono mutevoli in accordo con l’ambiente che li accoglie. Con pochi ma precisi segni, evocano le pareti della stanza di un giovane disegnatore, la sua atmosfera e l’energia.
Il libro stesso nasce da un incontro e ne diventa il luogo. Incontro vivo e non convenzionale tra persone. Incontro non casuale tra vita, arti visive e narrazione.
Lo spazio della libreria, che ha già una vocazione propria ad ospitare storie, si lascia invadere e animare di presenze: le voci installate da Mary, che raccoglie e restituisce in chiave personale la testimonianza del libro; il video_loop di Folco, che chiude il cerchio del Progetto “IOSogno”; la serie dei disegni, esposti ma anche impressi su t-shirts come tatuaggi. E un nuovo incontro: Alice Keller, per assonanza, si unisce interpretando brani dal suo lavoro teatrale “Poesia di parole”.

6 commenti:

  1. Hai fatto bene, a prendere e postare la mia foto, ci mancherebbe.
    Mi spiace davvero di non essere stato presente all'evento multimediale : sono sostenitore della "narrativa dei sensi", e del supporto di altri media alla parola (perno fondamentale).
    Molto positivo anche l'inserimento di un blog (ad una prima occhiata mi pare ben costruito) nel progetto.

    Ciao, e buon lavoro.

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  2. un grande abbraccio a te e un buon viaggio al tuo libro, al blog e alla vostra capacità di condivisione

    Nico

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  3. Piccole librerie mon amour

    Piccole librerie, muoiono. Silenziosamente. Lentamente. Spazi d’incontro, di scambio, di cultura, diventano altro. È già successo per i cinema. Adesso tocca a loro. Dispiace. Dispiace molto. Ma, diciamocelo, il nostro è il pianto del coccodrillo: ci strappiamo le vesti perché i piccoli negozi si estinguono, ma poi facciamo la coda nei megastore per un misero 10% di sconto. Ci lamentiamo che non ci sono più i librai di una volta, e noi, in quei posti dove ancora esistono persone appassionate di cultura, di lettura, non entriamo.

    Ed è un peccato, perché, a cercarle bene, di librerie di qualità se ne trovano ancora. Sempre meno, ma piccole librerie resistono.

    Un’impresa non facile, per i margini ristretti, l’impossibilità di praticare gli sconti dei grandi esercenti, il soffocamento delle piccole case editrici da parte della distribuzione, un mercato librario che continua a sfornare libri in modo indiscriminato senza -paradossalmente- molti lettori. Libri che vedono diminuire la loro vita media e la qualità nella scrittura, oltre che le vendite a causa dell’attuale congiuntura economica.

    Tuttavia, si resiste. E allora, la prossima volta che vogliamo acquistare un libro, pensiamoci bene dove andare a prenderlo. Come sceglierlo. Perché questi luoghi fanno parte dell’identità della nostra città, e perderli significa smarrire una parte di noi stessi.

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  4. Aldo Zanchetta. Salviamo le piccole librerie!

    Due settimane or sono è stata celebrata a livello mondiale la settimana in difesa della biodiversità. Le conclusioni sono sconfortanti: nonostante i vari proclami la biodiversità esce perdente.

    Colgo l’occasione per fare un appello per la difesa di una delle forme di biodiversità meno considerate, la “biodiversità culturale”.

    Da libraio per hobby (o per speranze di contribuire modestamente alla biodiversità “culturale”) ho potuto assistere nell’arco di 10 anni ad un declino del settore, conseguenza di un declino degli interessi delle persone, originato da molte ragioni: proliferare dei libri spazzatura, costo dei libri legato a politiche incomprensibili, minori disponibilità finanziarie dei lettori (non sempre perché minori a causa della crisi ma anche perché orientate diversamente etc).

    Ragioni non tutte negative, è vero: la crescita di internet come mezzo di informazione e formazione alternativa, quando ben utilizzato, è positiva. Ma comunque declino di uno degli strumenti fondamentali di una vera cultura, personalizzata, approfondita, critica: il libro stampato, uno degli strumenti già principi della formazione culturale.

    Ma ho osservato da vicino anche un altro fenomeno, di cui chi continua a comprare e leggere libri non è sempre cosciente: la progressiva scomparsa delle piccole librerie a vantaggio delle grandi catene. È nella logica globale, la stessa che accompagna la perdita di biodiversità in natura.

    L’Italia è destinata a vedere presto la distribuzione libraria concentrata nelle mani di 2 o 3 imprese che da un lato vendono i libri e dall’altro scelgono quali immettere sul mercato e quali no (vedi la fusione paradigmatica fra PDE, uno dei due grossi distributori di libri alle librerie, e Feltrinelli, ovvero una catena di librerie che acquista potere nel sistema di rifornimento alle altre librerie). Le logiche seguite da queste grandi catene sono quelle dettate dal mercato, per cui i piccoli o medi editori, che a fine anno hanno dato una cifra non adeguata al fatturato, sono un fastidio e devono scomparire. Ma sono i piccoli e medi editori che spesso sono quelli culturalmente più attrezzati, che fanno vivere correnti di pensiero alternative, minoritarie ma necessarie. E con loro gli editori locali, costretti ad acrobazie di vendita spesso per vie informali.


    Per vedere quale è la logica che si sta imponendo anche nelle grandi catene librarie basta vedere quali libri trovate nei supermercati, scontati del 15%, per mettere in difficoltà le librerie anche su questo fronte. Niente Laterza, niente Bollati e Boringhieri e così via. Ma non è difficile immaginare che, quando lo scontro vedrà rimasti in lizza i “2 grandi”, Mondadori e Feltrinelli, alle ragioni strettamente economiche si aggiungano anche motivazioni più generali di “potere” politico che poi è in altre vesti la stessa cosa. Se in Italia non esiste una legge di protezione del libro come esiste negli altri paesi europei, lo si deve da un lato a una classe politica deculturata ma dall’altro allo strapotere della Mondadori.

    Ecco il mio appello. Lettori: non disertate le piccole librerie. Piccoli librai: insistete a fare della vostra “bottega” un luogo privilegiato della cultura! È necessaria una forma di alleanza per salvare la “biodiversità culturale”.

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  5. appello raccolto, il libro come oggetto compiuto, è la definizione che Montale usava per definire la poesia, quell'oggetto compiuto , fisico, carnale, non sempre di ultima uscita, mai per parlarne a caso, quel piccolo segreto da condividere e su cui dialogare, quello non potrà sparire.non deve.
    patrizia garofalo

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  6. ciao a te
    grazie per il messaggio e i pensieri positivi
    la nostra libreria magicamente cresce ancora un pochino alla volta
    il lavoro richiesto è molto ma cerco di reggere
    mi reputerò DOC e mi appellerò alla biodiversità, mi farò un marketing modaiolo!!!! come un formaggio di fossa!!

    Nico

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